Lo so, è un blog di ricette di cucina ma lo scorso fine settimana mi son presa una pausa. E poi, che gusto c’è ad essere l’administrator di un blog se non posso decidere a modo mio? Diciamo che per causa di forza maggiore non sono riuscita a cucinare lo scorso weekend. Sono infatti stata via a respirare un po’ di aria buona, vedere un po’ di montagne (che non guasta mai) e perché no? Gustare un po’ di piatti locali.
Trento è stata all’altezza della sua fama: pulita, ordinata, per niente caotica, artisticamente molto bella con le sue piazze e il castello, buon rapporto qualità/prezzo. Si capisce come mai è stata recentemente eletta a “migliore città in Italia per qualità di vita”. Per molti aspetti molto vicina alle città tedesche.
Ma soffermiamoci un attimo sulla cucina. L’ultima volta che sono stata a Trento ero poco più di una bambina e non propriamente interessata alla cucina tipica quindi stavolta ho voluto assaggiare quello che di più tipico i menù avevano da proporre. Ho assaggiato i loro ottimi salumi, oltre allo speck anche la lucanica e il loro lardo, e i formaggi locali, buonissimo il puzzone di Moena e la Vezzena Lavarone. Poi ho mangiato, squisito, il loro tortello di patate con contorno di cavolo cappuccio a julienne accompagnato da prosciutto crudo locale a listarelle, molto buono. Questo piatto mi ha ricordato uno molto simile che mangiavo a Monaco di Baviera, le patate sono grattuggiate crude a listarelle grosse e poi pressate a formare un tortino rotondo che poi viene fritto. La presenza del cavolo cappuccio bianco non può non far pensare a un influenza tedesca anche in cucina.
Ma passiamo ai primi. Non potevo non assaggiare i canederlotti alla verza e gli strangolapreti. Entrambi gnocchi di pane ma nel primo impasto era stato aggiunto lo speck, il secondo era fatto con gli spinaci e terminati con scaglie di trentingrana. I canederli li avevo già mangiati e anche se mi piacciono molto in brodo, ammetto che fatti più piccoli e conditi con burro e salvia avevano il suo perché.
Come secondo ho assaggiato uno squisito guanciale in umido con polenta di Storo e appena ne ho avuto la possibilità, perdonate la caduta di stile, mi sono fiondata su un piatto misto di wurstel caserecci con l’insalata di patate. Qui purtroppo ammetto che il paragone con la Germania non reggeva… l’insalata di patate era fatta con la maionese e i wurstel erano fatti in casa ma troppo grossi e alla lunga stancavano.
E ora i dolci: lo strudel l’ho assaggiato e devo dire “senza infamia e senza lode”. La torta Sacher l’ho vista ovunque e sono stata tentata ad assaggiarne almeno una fetta ma mi son trattenuta e poi ho pensato, più buona di quella che ho assaggiato a Vienna non sarà quindi… Non era propriamente un dolce trentino ma ho assaggiato una cialda fatta con la pasta delle lingue di gatto piegata a cofanetto per presentare fragole con gelato al fiordilatte.
Bene, ammetto che non mi sono negata niente e il fine settimana è andato alla grande complice il bel tempo e le temperature tra i 3 e i 10 gradi. Sicuramente consiglio il viaggio anche perché in macchina da Milano son 2h30 escluse le soste quindi fattibilissimo per un weekend lungo.