“Ma sei sempre in giro!” mi sento dire spesso. “Ti piace viaggiare, vero?”. Ecco, la risposta sincera sarebbe: NO. E’ vero, non sto mai ferma, mi piace andare giro, ma se ci pensate non è proprio la stessa cosa che viaggiare.
Ho un’amica che se potesse prenderebbe un anno sabbatico e viaggerebbe 6 mesi per mezzo mondo. Diversi amici accumulano ferie durante l’anno per poi farsi 3-4 settimane l’anno dall’altra parte del globo. Nella mia vita sono stata due volte in vacanza per un mese intero, dopo la maturità in inter-rail e nel 2009 in moto verso Capo Nord. In entrambi i casi mi sono divertita ma dopo tre settimane la lontananza da casa mi pesava, volevo tornare alle mie cose, rivedere facce familiari, anche solo riparlare italiano.
Ammetto il bisogno almeno una volta l’anno di fare 2 settimane di ferie per spegnere il cervello e dimenticare per un po’ il lavoro. Sono però un amante dei lunghi weekend, dei ponti, dei giorni di ferie presi qua e là. In passato ho sempre preferito l’estero all’Italia, un po’ per la curiosità di vedere cose nuove, parlare lingue straniere, conoscere culture diverse e un po’ per mettermi alla prova e vedere se fuori dal mio ambiente ce la facevo.
Da alcuni anni invece sto riscoprendo il mio paese e mi piace (e in quattro è decisamente più economico). Come ogni anno i nostri amici toscani Lucia e Gerardo con il piccolo Tommaso si sono distinti per la loro grande cordialità e ineccepibile ospitalità. Essere loro ospiti è sempre un gran piacere e ci si sente davvero a casa propria.
Bene, cominciamo dagli antipasti. Dal 2005 bazzico in questa regione frequentemente e non ho mai cominciato un pasto senza un tagliere di salumi tipici (prosciutto di cinta senese, salame di cinghiale, finocchiona e prosciutto Toscano) e crostini (il semplice crostino Toscano con olio, aglio, sale e pepe, quello arricchito con pomodoro e quelli con fegatini di pollo). E’ tutto così buono che si “perdona” ai toscani quella loro tradizione di pane “sciocco”, senza sale.
Dopo un antipasto c’è sempre la gola (se non l’appetito) di buttarsi sui loro primi. Penso aver già detto che adoro il cinghiale quindi in Toscana vado a nozze: pappardelle al sugo di cinghiale (ma anche di lepre) sono il top anche se devo dire che si disputa la palma d’oro con i pici cacio e pepe (ricetta postata qui). Se le temperature lo permettono consiglierei caldamente anche la ribollita. Da un’amante delle zuppe come sono, non potevo non raccomandarvela.
Raramente dopo un antipasto e un primo arrivo “sana” e pronta per un secondo ma se siete dei veri duri allora provate il cinghiale in umido o la trippa alla fiorentina. Se amate la selvaggina, un paio di volte ho provato il fagiano e non sono rimasta delusa. Se avete saltato il primo allora ordinate senza esitazione la bistecca alla fiorentina o la loro tagliata con funghi porcini (rigorosamente cotte al sangue). Come contorno io chiedo (quasi) sempre i fagioli (cannellini) all’uccelletto perchè, lo sapete, adoro i legumi.
Ma veniamo ai dolci. Ecco, qui chiedo un momento di silenzio per il mio dessert toscano di sempre: cantucci e vin santo. Una volta mi ricordo ero in un ristorante e mi hanno portato un contenitore in vetro alto mezzo metro pieno di cantucci, volevo morire (e sarei morta se la mia educazione non mi avesse frenato prima di mangiarmeli tutti). Potete anche provare il castagnaccio o i cenci (o chiacchere) se il periodo lo consente. A Siena trovate il panforte e i ricciarelli, valgono una seconda colazione anche loro.
Come tutte le cucine regionali, anche quella Toscana vanta innumerevoli piatti ma direi che ho scritto abbastanza e se siete riusciti ad arrivare fin qui vi meritate un “Bravi” e la parola fine a questo (lunghissimo) post.